lunedì 17 aprile 2017

L'AUDACE

Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa.
Alex Zanardi


Allenata la virtù della saggezza, che fa vedere lontano in modo attento e complesso, ora dobbiamo indirizzarci concretamente all'azione, usare la virtù del coraggio e rafforzarla, perché diventi strumento per la nostra realizzazione professionale.
Parliamo dell'audacia, la prima potenzialità inserita nel "catalogo" del coraggio, definita come:"disposizione ad agire, in circostanze dove i rischi sono rilevanti, per ottenere o preservare il bene individuale o comune, che, in caso contrario, verrebbe perso o non realizzato" (Stancheri 2008). Non sarà un buttarsi a capofitto senza ragione, ma un'azione sorretta dalla consapevolezza di ciò che si desidera, diventando una serie di obiettivi con un'analisi attenta dei rischi.
Allora quest'audacia sarà incarnata nell'agire teso al perseguimento del proprio piano d'azione, sapendo quali sono le variabili che possiamo controllare con le nostre performance, piuttosto che su elementi determinati prevalentemente dall'esterno, sui quali poco possiamo fare. L'andace è concentrato sulle sue potenzialità e non sulle possibili eventualità; non è sprezzante del pericolo, lo prende in considerazione facendolo suo, ma lo supera, perché il bene da perseguire non solo è grande ma raggiungibile.

Quando parliamo di ricerca di lavoro, sappiamo quanto sia nell'immaginario collettivo il senso di impotenza di chi prova a muoversi. Più la persona non ha particolari spenbilità (o così crede) -di esperienze, studi, attitudini- più si sente fragile ed esposta al volere di altri. Ma non è sempre così, in realtà molto dipende dal tipo di riflessioni e accorgimenti che ci si è adoperati prima, cioè nel capire dove si potrà andare con determinazione e profitto. Bisogna prendere in mano la propria ricerca (di libri che spiegano come funziona la ricerca ce ne sono a bizzeffe, nei post precedent troverete parecchi suggerimenti, qui mi concentro ad esaminare quali muscoli del carattere dobbiamo forgiare per riuscire).
Pensiamoci. È un po' una rivoluzione copernicana pensare che, nello sviluppo delle opportunità lavorative,
sono io che ho in mano la mia situazione, cioè non sono cosi in balia di altro, mercato o politiche del lavoro che siano.
La verità è che, nonostante crisi e difficoltà economiche, le persone oggi possono agire sull'efficacia della loro ricerca molto più di quello che credono, a condizione che si lavori in tale attività come fosse gia un lavoro: perché è già un lavoro!
Rispetto al passato passiamo lavorare maggiormente alla nostra autodeterminazione, dove un reale rischio è quello di rimanere impregionati in modelli vecchi, paradigmi, che ci fanno vedere il mercato del lavoro con stereotipi che possono bloccare la nostra proattivita'.
Faccio alcuni esempi.
Ha senso lavorare notte e giorno senza tenere a sé, al proprio corpo, resistendo per la stabilità contrattuale? Ha senso lavorare fino ad ammalarsi per ottenere una crescita professionale o arrivare alla pensione? Ha senso fare un lavoro a centinaia di chilometri sacrificando i rapporti? E cosi via. Siamo sicuri che lo facciamo sempre per sopravvivere e non ci sono alternative sostenibili? Non sarà che in taluni casi è la paura di affacciarsi al nuovo che blocca il cambiamento?
Certamente non è sempre così, occorre pero capire quando lo è.
Sono domande aperte che chiedono se persistere sia sempre necessario oppure, a volte, che la paura di cambiare blocca a monte possibili soluzioni. È vero che manca il lavoro?Oppure la paura di provarci, di essere mortificati, di scoprire che non abbiamo mercato o che non siamo adeguati ci fa stare fermi?
L'audacia va allenata, pensando a ciò che si vuole realizzare, magari ragionando sul fine che si persegue: un bene comune, la propria famiglia, chi ci circonda siano colleghi, i figli o la società. Quale bene porteremo? Cosa favoriremo? Perché dovremo andare oltre le nostre paure? Perché superarci nonostante i rischi? Cosa ci guadagneremo, noi, in prima persona? Cosa potremo perdere realmente?

Partiamo, allora, provando a fare un elenco delle nostre paure legate al mondo del lavoro, dall'aprire una partita iva alle tematiche relative la ricerca di lavoro: cosa ci spaventa? Perché? quali sono le forze a cui possiamo fare appello per muoverci?
Oggi sappiamo che il talento è dato dall'abilità più lo sforzo. Beh, anche la ricerca di opportunità, o meglio, il talento per sviluppare opportunità comporta una serie di azioni faticose e ripetute che daranno risultati solo se prolungati nel tempo.
Credo a questo punto si possa comprendere perché ho scelto l'immagine di Alex Zanardi, vero esempio di virtù di coraggio, passione, amore per ciò che fa.

Ma veniamo a noi.
Ora che vedi lontano, sii audace, guarda quale primo passo fare per primo perché, come si dice, è da quello che inizierà il tuo viaggio di mille chilometri. 

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