"LA STRADA CHE NON PRESI
Due strade divergevano in un
bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.
Poi presi l’altra, perché era
altrettanto bella,
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.
Ed entrambe quella mattina erano
lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un
altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza"
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io -
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza"
Robert Frost (1916)
Nell'immaginario comune la vocazione viene spesso accostata alla chiamata che avverte il
religioso nei confronti del proprio credo ma, nel senso con cui affronto questo
tema con il coaching umanistico, va
letta in modo più allargato, cioè intendendola come quella disposizione
interiore che fa sentire la persona attratta da un certo ambito, ed è motivata
intrinsecamente ad intraprendere una strada professionale e/o personale,
gratificata già per il solo fatto di percorrerla con impegno e dedizione.
Tutti abbiamo visto all'opera musicisti che
amavano così tanto quello che facevano, da affascinare chi li stava osservando
e ascoltando. Ma anche baristi che divertono -e si divertono- nel lavorare a
contatto con gli avventori; avvocati che, non appena smettono di districarsi
tra norme e codici, corrono a coltivare un orto; operai di produzione dediti
alla scrittura di racconti. E ancora, manager, liberi professionisti,
volontari, allenatori, parroci, artisti, sportivi, suore, educatori, papà, mamme,
giornalisti, scrittori, insegnanti, magazzinieri, tutte persone che possiamo
aver osservato godere del loro lavoro, del loro vivere la famiglia o i loro
hobbies, al punto di dimenticarsi di se stessi, immergendosi totalmente in ciò
che fanno.
Potrei andare avanti per ore a raccontare di chi
ho incontrato in questi anni che ha manifestato un coinvolgimento profondo per
ciò che fa, svelando così la propria vocazione intima messa in opera. La storia è maestra di persone che l’hanno
scoperta e realizzata, chi da giovanissimo chi più in là con gli anni.
Scoprirla è un passo importante per individuare possibili
fonti del talento e allenarlo (come insegnano i percorsi di coaching
umanistico, il talento non è una disposizione innata, ma una capacità che è
possibile sviluppare nel tempo, grazie all'allenamento), credo che per svolgere
una buona attività di orientamento -sia per i giovani, che persone adulte-
occorrerà allora domandarsi quale sia la vocazione sottostante.
Nella psicologia positiva si parla di:
autosuperamento e autodeterminazione come aspetti importanti per la nostra
autorealizzazione; di esperienze di flow (flusso), come momenti nei quali
lavoriamo con piacere e determinazione -perdendo il senso del tempo e dello
spazio, un po’ come fanno i bambini quando sono immersi nei loro giochi-; di
potenzialità, come muscoli del nostro carattere.
Con il coaching umanistico, su queste basi,
possiamo pensare che sarà utile scoprire ciò che ci attrae e stimola, per
percorrere territori gratificanti e che, questi, potranno non solo essere
scoperti, ma anche zone su cui edificare. Esistono aree vocazionali (macro
aree) nelle quali troveremo pressoché tutte le professioni e attività, quindi, se
potremo inquadrarle trovando ciò che stimola, piace e gratifica avremo fatto un
passo nella direzione utile all’attivazione. Il resto sarà fatto di analisi e
allenamento delle potenzialità, del chiarimento del senso, dello scopo e del significato
delle nostre azioni, delle analisi dei paradigmi sottostanti, degli obiettivi
e piani di azione finalizzati a raggiungere la metà. Sarò un grande
lavoro!
Sei pronto per scoprire la tua vocazione?
Per approfondire il tema della vocazione consiglio di leggere l'articolo di Luca Stanchieri nel
suo sito, che trovo illuminante:
http://www.lucastanchieri.it/la-vocazione.html
http://www.lucastanchieri.it/la-vocazione.html