lunedì 3 aprile 2017

L'AMORE RESO VISIBILE: OPPORTUNITÀ E AMORE PER L'APPRENDIMENTO

"Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua"
Confucio

Se c'è una cosa che mi colpisce nelle persone è la voglia di sapere, di conoscere. Mi attrae chi prova piacere nel lavoro che fa, chi cerca di accrescere la propria competenza su un argomento mettendoci passione. 
Al di là di alcune eccezioni, quando si ama il proprio lavoro spesso questo trapela, perché si trasmettono sensazioni positive a chi ne è spettatore. Non mi sembra c'entri con il tipo di impiego svolto ma, piuttosto, su come lo si svolge: quindi non è il cosa facciamo ma il come lo facciamo. Cosi, guardando la persona all'opera con le sue emozioni positive e il suo saper fare, si avverte un "che" capace anche di trascenderla, di  superarla, come ci fosse un lascito che va oltre: sia a chi fa,sia al prodotto  realizzato.
Puoi essere chiunque e fare un qualunque lavoro, ma non sarà un lavoro qualunque se lo farai con amore: "il lavoro è amore reso visibile", diceva Gibran.

Ma, al di là di cosa accenda la passione in ognuno di noi, quindi della vocazione e delle motivazioni annesse (tema che presto tratteremo), proviamo a capire a cosa possa servire questo amore per ciò che facciamo o faremo; cerchiamo di capire, dunque, come può venirci utile per sviluppare delle opportunità lavorative (eh, lo so, torno sempre lì, ma chiamandosi "il tuo lavoro metodi per trovato" questo blog, alla fine mi tocca sempre tornare sul'argomento☺...).

Nel linguaggio umanistico l'amore per l'apprendimento è "il desiderio di esplorare e comprendere saperi sempre nuovi come processo di espressione e realizzazione del sé" (Stanchieri 2008).
È un qualcosa che parte da dentro, una motivazione intrinseca (cioè, che non è nutrita prevalentemente da incentivi esterni: successo, soldi ecc.-Naturalmente non vuol dire che anche questi elementi non abbiamo una loro importanza) che porta a sentimenti positivi quando si apprende, manifestandosi con un impegno ad assimilare le informazioni; addirittura, più finalizzato all'accrescimento del proprio sapere che al successo che ne può derivare. Inoltre, emerge che spesso l'amore per approfondire un determinato argomento si traduca poi in una spinta verso l'eccellenza. Quindi, chi trova ciò che lo motiva, spesso a furia di lavorarci, di cercare di capire, di sapere, finisce col fare un lavoro migliore.

L'amore per l'apprendimento è diverso dalla curiosità (anche se fanno entrambe parte della stessa famiglia, raggruppata sotto la virtù della saggezza), dato che quest'ultima è più una tendenza disorganizzata che cerca di conoscere le novità, avere spunti nuovi; mentre,  il voler sapere più organizzato e sistematico è una caratteristica specifica dell'amore per l' apprendimento.

Detto questo.
Credo che dovremmo fermarci ogni tanto a chiederci cosa ci piace veramente, e cosa ci blocca nel tentare di farlo diventare un mestiere vero, perché, non è detto che un hobby o i nostri interessi  non possano diventare un lavoro o, almeno, un occasione per trovare elementi che ci faranno fare meglio il lavoro che abbiamo già.

Andiamo sul concreto.
Per prima cosa, se dovessi interrogarmi su ciò che desidero come lavoro, inizierei a riflettere su cosa mi piace o vorrei fare, elencando quali sono le azioni che trovo gratificanti (anche scrivendole su un foglio di carta, in modo che mi siano davvero chiare in ogni loro aspetto). Ecco, invece, non farei prima quello che molti fanno, ovvero, cercare in modo asettico un profilo lavorativo determinato dall'alto (trovato su un qualche giornale o sul web, per esempio). Cioè, se volessi fare, che so', l'impiegato in ufficio, inizierei non a cercare lavoro scrivendo la parola "impiegato" sui siti di annunci (o meglio, lo farei in un secondo tempo), rifletterei invece che cosa fa questo impiegato che ho nella testa,  partendo da ciò che amo fare io, che mi gratifica, che mi farà quotidianamente essere curioso, che mi farà desiderare di migliorare. Pensaci, se un datore di lavoro trovasse qualcuno che gli fa capire che il lavoro che lui può offrire è vissuto come un'opportunità di stimolo e cresciuta e non solo come fatica, non pensi che sarebbe un'arma vincente? No, non è un'utopia.
Partendo quindi da me, esplorerei prima le mie attitudini, capacità, compenteze, sondando cosa mi fa sentire particolarmente vivo, cercherei di capire se ci sono ambiti dove lavorare come impiegato potrebbe essere particolarmente stimolante per me, mi darei da fare per raccogliere informazioni su come realmente si chiama quel lavoro (è davvero impiegato o ha un altro nome? Spesso non siamo sintetizzabili in un insieme di nomi di ruoli lavorativi ma, piuttosto, in un'insieme di competenze che di volta in volta diventano lavori differenti). Cercherei poi di trovare come viene chiamato nella realtà quel lavoro (vuoi uno spunto? cerca in questo sito della regione Lombardia - http://www.ifl.servizirl.it/uploadfile/home/ALLEGATO%202-ProfiliCompetenzeIndipendenti.pdf , è il Quadro regionale delle professioni, dove c'è un grande elenco nel quale sono codificate e descritte professioni e le competenze che le identificano, nd.r. giusto per farsi un'idea).
Capito cosa mi piace, cosa c'è, proverei a capire se sul mio territorio esistono realtà simili, proverei infine a raccogliere informazioni su come propormi. Tengo a precisare che non sto affermando la teoria di riuscire a trovare un'occupazione solo perché mi piace, ma che trovare ciò che piace può essere una via, dove potremo dare maggiore energia e vigore nelle nostre attività. Tradotto: se amerò apprendere nel mio lavoro, con molta probabilità sarò più soddisfatto, efficace...forse felice?

Purtroppo, oggi c'è la diffusa convinzione che il posto capace di soddisfarci non esista e che il lavoro sia solo un'incombenza che tocca a tutti. Ma se è vero che tocca a tutti, non è vero che può essere solo fatica e poca gratificazione. Magari, in molti casi diventa così perché per primi non abbiamo cercato di capire ciò che ci piaceva (o forse non ne avevamo avuto la possibilità di sceglierlo) e se esisteva davvero, cosi alla fine abbiamo dovuto sposare i bisogni del mercato che andavano soddisfatti, ma che non erano in linea con noi.
Se è vero che tutti dobbiamo lavorare e che a volte le necessità ci spingono ad accettare compiti a volte poco gratificanti, si può anche affermare, credo, che si può lavorare giorno per giorno per scoprire cosa ci piace e cosa c'è "là fuori", che gradualmente si può anche cambiare, in favore di un'occupazione che sia anche, per molte ore alla settimana, fonte di gratificazione, come si diceva:" scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua".
Per quanto si creda al fatto che noi possiamo lavorare per trovare un occupazione gratificante, so che non è facile, e che ognuno di noi ha diversi motivi per rimanere nella propria realtà. Allo stesso modo, nessuno, io per primo, si può permettere di sentenziare che il lavoro scelto in passato sia statoa una svelta sbagliata: ognuno ha scelto in base alle  proprie esigenze, storie personali e possibilità contingenti. Però, permettetemi di dire che se lavoro per sapere cosa mi piace, ed uso il mio amore per il sapere per approfondire i temi annessi, magari qualche spunto utile per trovare un qualcosa di nuovo, o anche solo per avvicinare il mio mondo lavorativo nel quale sono già, per sentirlo un po' di più mio e, perché no, starci meglio.

Con la potenzialità dell'amore del sapere abbiamo concluso il ciclo delle potenzialità legate alla virtù della saggezza.
Se alleneremo queste potenzialità potremmo acquisire una maggiore visione di insieme del nostro mondo lavorativo, andare oltre molti pregiudizi che possono condizionarci nella scelta delle opportunità, imparare ad lavorare verso una direzione di maggiore gratificazione. No, non sto promettendo la Luna, sto solo affermando che è di per sé già un lavoro, che lo si può conquistare con un allenamento quotidiano, che può farci andare nella direzione di una nostra autodeterminazione. Cosa dobbiamo fare ora che abbiamo allenato la  nostra saggezza? Lo vedremo.
La prossima settimana inizieremo a parlare della della virtù del coraggio. State pronti ;-)

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