martedì 14 maggio 2013

COSA POTREBBE ACCADERE SE TUTTO ANDRA' PER IL MEGLIO?

Ecco una domanda sovversiva: "cosa potrebbe accadere se tutto andrà per il meglio?".
Ebbene si!, avete cercato, avete trovato, fra poche ore andrete ad iniziare il vostro nuovo lavoro...si, si, finalmente!..uh...ma qual'è? Di cosa si tratta?.
Guardatevi indietro. 
Come lo avete trovato? Come vi siete proposti? Perchè proprio quello? Cosa vi ha attratto dell'inserzione? Perchè hanno selezionato proprio voi? 
Fate finta di esserci riusciti; magari prendendo spunto da quella volta che ce l'avete fatta e chiedetevi: "cosa è successo in tale circostanza?". Questa domanda può aiutare a definire le proprie strategie per raggiungere ciò che ci si era prefissati; infatti, spesso, provando a pensare di aver già raggiunto l'obiettivo è più facile dare forma, definire, ciò che cerchiamo -e come cercarlo-. Non sarà, quindi, solo un'idea ma -ora- qualcosa di tangibile mentre se, di contro, non definiamo chiaramente la cosa, come potremo far capire (e capire, noi stessi) cosa vogliamo?

Spesso gettiamo il nostro cv nel mare della ricerca senza aver riflettuto abbastanza su: cosa cerchiamo, cosa vogliamo, chi siamo. Lo so, sembrano sempre le solite domande scontate (ma poi ce le facciamo davvero?), è però importante definire cosa accadrà durante il tragitto compiuto per il raggiungimento dell'obiettivo. Definite, allora, quali saranno i passaggi basilari dell'attività di ricerca: dalla scelta dell'obiettivo da raggiungere, il perchè di questo, definendo le varie fasi che farete per muovervi. Fatelo in pochi passaggi, partendo dal primo passo compiuto sino alla fine (7-10 passaggi al massimo).

Per esempio. E' come se foste degli scalatori appena arrivati sulla cima di una montagna che, volgendo lo sguardo di sotto, iniziano a chiedersi come sono riusciti nell'impresa. A partire da ciò, cosa potreste domandarvi per comprendere quale strategia vicente è stata impiegata? Magari, partendo da dove avete messo le mani come prima mossa, su quale roccia, poco per volta, per arrivare fin là, in vetta. Allo stesso modo, nella ricerca di lavoro, dovremo chiederci quali passi abbiamo compiuto per riuscire: dal primo movimento compiuto per partire,  poi chiedendoci: "cos'altro abbiamo fatto per raggiungere la meta?". Allora, credo, potremmo definire il tragitto e, al contempo, l'obiettivo.
Un proverbio magrebino diceva più o meno così: "le carovane viandanti seguono un'utopia, non è importante se la raggiungeranno, l'importante è che abbiano l'utopia da seguire"; chissà, magari viaggiando verso la nostra utopia andremo a definirla meglio, poi -forse- non  sarà più solo...un'utopia: penso, infatti, che immaginare di aver già raggiunto ciò che desideriamo possa contribuire a (ri)formularlo più chiaramente.
A presto!

4 commenti:

  1. E molto interessante,e che ha volte lo si trova per caso,si era al posto giusto al momento giusto,a volte leggendo,a volte con il passaparola,ma oggi i problemi sono per lo più per l'età,ed è questo che determina la difficoltà di ricerca,molte aziende chiudono,e quindi ricercare un nuovo lavoro diventa sempre più difficile.

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  2. Ciao Andrea, hai ragione! Le difficoltà che si incontrano oggi sono notevoli, dal trovare aziende che assumano all' ottenere contratti che possano soddisfare.
    Credo però che la componente "caso" ci sia ma che possa anche incentivata dalle nostre attività, cioè: essere nel posto giusto nel momento giusto può anche dire che ci stavamo muovendo bene...diciamo che la fortuna, in quel caso, ce la siamo un pò creata noi stessi! Stesso discorso sul passaparola, farlo bene crea molto "rumore" attorno a noi e questo può portare riscontri...Grazie degli spunti, ciao. Davide

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  3. Grazie per i tuoi spunti. E' da tempo che mi pongo queste domande. Quindi lo star c'è. E' da tempo che so dove voglio andare. Quindi la meta c'è. Non so come. Cerco e raccolgo informazioni su quale strada percorrere e come. Ma mi sembra di vagare in maniera entropica. E l'elemento casualità, quel che diceva Giovanni "a volte lo si trova per caso", mi spiazza...Sembra che quel che desidero lo si trovi solo per caso. E allora corro per sperare di essere sempre in quel momento giusto al posto giusto...
    Ma forse sbaglio meta? O sbaglio posto ? O sbaglio momento?
    Qualcosa di sicuro sbaglio...e allora mi rimetto in discussione.
    Vediamo dove vado... Grazie ancora per gli spunti e le riflessioni
    Ciao Elisa

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  4. Ciao Elisa, grazie a te della condivisione!
    Credo che l'azione ragionata possa portare a nuove consapevolezze. Non dico che si debba per forza vagare "entropicamente" e che questo sia di conseguenza consolatorio per sua stessa natura. Però, mi chiedo, questa ricerca non può contribuire ad una definizione sempre maggiore, una calibrazione, di ciò che desideriamo? La parola desiderio, se non ricordo male, è composta da "de-sidera" (latino). Il "de" è privativo e "sidera" (sono le stelle)..quindi: desiderare è sentire la mancanza di un qualcosa che non si riesce ad aferrare, tendere verso metà irragiungibile..però tra qui e le stelle c'è tanto da conquistare, no?

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