Dopo la serie di spunti pratici che ho postato in questi giorni, ecco il retroterra teorico di riferimento (ma non c'è da preoccuparsi, non sarà solo teoria, anzi, sarò molto pratico; e poi, come diceva qualcuno:"non c'è niente di più pratico di una buona teoria"), cornice alle attività pratiche che ho proposto fin qui e, soprattutto, che proporrò da qui in avanti: approfondendo via via l'ossatura del nostro muoverci alla ricerca di lavoro o alla creazione di opportunità lavorative.
Nella vita di tutti i giorni possiamo imbatterci in difficoltà personali e professionali, questo è ovvio, meno scontato è l'avere consapevolezza e il sapere agire sugli aspetti positivi che ci accompagnano, i nostri punti di forza, quelli utili ad affrontare le sfide quotidiane che ci si presentano. Sto parlando delle virtù e delle potenzialità che sono in noi e che, a seconda delle inclinazioni individuali, ognuno poi le esercita a modo suo, traducendole in azioni.
Avete mai sentito parlare delle High Six? Sono le virtù che alcuni ricercatori hanno trovato trasversalmente in quasi tutte le tradizioni, su un arco di tremila anni, e sono: saggezza, coraggio, amore, giustizia, temperanza, spiritualità (Seligman, M.E.P. 2002, La costruzione della felicità, Sperling paperback). Per quanto possano apparire inizialmente impalpabili, in realtà a loro volta possono tradursi potenzialità, incanarsi in poteri, svilupparsi in talenti. Sono in noi come patrimonio che può esprimersi in valori e azioni.
Il coaching umanistico ha poi trovato un nome ed una sistematizzazione alle potenzialità che scaturiscono dalle virtù, trovandone addirittura ventinove (Stanchieri, Scopri le tue potenzialità, 2008)! Ora, in questo blog cercherò di affrontarle per scovare dove si trovano quando cerchiamo o creiamo nuove opportunità lavorative.
C' è una tesi, ed è la seguente: per cercare (e per superare molti ostacoli quotidiani) occorre riconoscere i propri aspetti di forza, allenarli, quindi trasformarli da potenziali ad attuali.
Se in noi sono presenti delle virtù, e queste possono tradursi in potenzialità che potremmo riconoscere e poi allenare in vista degli obiettivi, allora sarà utile sapere che, al di là degli strumenti e delle tecniche specifiche, dobbiamo prima trovare i nostri punti di forza per metterli in pratica, altrimenti sarà come avere una Ferrari, ma con poca benzina e senza conoscerne tutte le possibilità, in più -e come deterrente-, con la convinzione paradossale di avere fatto da poco il pieno e di essere consapevoli del proprio mezzo: credendo di conoscere a menadito le funzioni della propria auto.
Se manca consapevolezza dei propri mezzi, possono subentrare pregiudizi come sostitutivi (su di sé o su gli altri): per esempio, nella ricerca di lavoro, si potrebbero tradurre in pensieri del tipo: "tanto ho già fatto tutto e non c'è niente per me".
Um esempio di potenzialità in atto?
La storia di Giuseppe.
"C'era una volta Giuseppe di Cantalupo Ligure, che è un paese sui monti in Piemonte anche se si chiama Ligure. Il signor Giuseppe andava su per i monti con il suo apetto e appena vedeva una bella collina o un bel dirupo tutto arido si fermava e, senza scendere dall'apetto, prendeva la cerbottana e ne ste valli ci sputava i semi di ginestra, poi tornava a casa dalla su sorella. Ripassava dopo un po' e se non era piovuto ci sparava l'acqua co' una bottiglia grande, quelle da du litri di plastica, sempre senza scendere dal suo apetto. E così, primavera dopo primavera, tutte le valli, le colline e i dirupi di Cantalupo Ligure si son riempite di ginestre gialle e profumate, fiori gialli ovunque, un gregge di ginestre, e Giuseppe ha creato un bellissimo giardino senza mai scendere dal suo apetto, no, non era pigro, era paralizzato alle gambe, Giuseppe.
Fiori gialli ovunque". (Elena Guerrini, in "Orti insorti", Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2009, p.27.)
Ecco, Giuseppe, mi pare un buon esempio di Lungimiranza, Perseveranza, Amore, Creatività, Capacità di apprezzare la bellezza, Speranza.
Potenzialità straordinarie che nelle grandi difficoltà, apparentemente insormontabili, possono sorprenderci, trasformando quelli che sono vincoli in risorse. Ognuna di queste potenzialità sarà importante analizzarla, vederne le possibili traduzioni nell'ambito del mondo della ricerca di lavoro.
Ecco. La mia proposta sarà, quindi, (vengo al dunque) quella di analizzare una per una le potenzialità e vedere come usarle.
Prima di chiudere, qualche domanda che mi sono posto ultimamente:
-quanta audacia ci vuole per prendere in mano il telefono e chiamare un'azienda?
-quanta lungimiranza e capacità di apprezzare la bellezza occorrono per progettare una ricerca o sviluppre un'attività?
-quanta leadership, gentilezza e intelligenza sociale serve per creare una rete di persone, che possa far passaparola della mia ricerca?
- quanta umiltà per portare avanti le attività?
-quanta speranza, humor, prudenza, autoregolazione, vitalità ci vogliono per non soccombere davanti a paradigmi culturali che pongono il mondo del lavoro come un luogo già prestabilito?
Proveremo a pensare, per ogni potenzialita, ad una loro declinazione e possibile piano di azione nelle nostre attività, senza dimenticare la dimensione della vocazioni professionali, altro elemento spesso trascurato nel mondo della scuola e del lavoro.
A presto :-)
Nella vita di tutti i giorni possiamo imbatterci in difficoltà personali e professionali, questo è ovvio, meno scontato è l'avere consapevolezza e il sapere agire sugli aspetti positivi che ci accompagnano, i nostri punti di forza, quelli utili ad affrontare le sfide quotidiane che ci si presentano. Sto parlando delle virtù e delle potenzialità che sono in noi e che, a seconda delle inclinazioni individuali, ognuno poi le esercita a modo suo, traducendole in azioni.
Avete mai sentito parlare delle High Six? Sono le virtù che alcuni ricercatori hanno trovato trasversalmente in quasi tutte le tradizioni, su un arco di tremila anni, e sono: saggezza, coraggio, amore, giustizia, temperanza, spiritualità (Seligman, M.E.P. 2002, La costruzione della felicità, Sperling paperback). Per quanto possano apparire inizialmente impalpabili, in realtà a loro volta possono tradursi potenzialità, incanarsi in poteri, svilupparsi in talenti. Sono in noi come patrimonio che può esprimersi in valori e azioni.
Il coaching umanistico ha poi trovato un nome ed una sistematizzazione alle potenzialità che scaturiscono dalle virtù, trovandone addirittura ventinove (Stanchieri, Scopri le tue potenzialità, 2008)! Ora, in questo blog cercherò di affrontarle per scovare dove si trovano quando cerchiamo o creiamo nuove opportunità lavorative.
C' è una tesi, ed è la seguente: per cercare (e per superare molti ostacoli quotidiani) occorre riconoscere i propri aspetti di forza, allenarli, quindi trasformarli da potenziali ad attuali.
Se in noi sono presenti delle virtù, e queste possono tradursi in potenzialità che potremmo riconoscere e poi allenare in vista degli obiettivi, allora sarà utile sapere che, al di là degli strumenti e delle tecniche specifiche, dobbiamo prima trovare i nostri punti di forza per metterli in pratica, altrimenti sarà come avere una Ferrari, ma con poca benzina e senza conoscerne tutte le possibilità, in più -e come deterrente-, con la convinzione paradossale di avere fatto da poco il pieno e di essere consapevoli del proprio mezzo: credendo di conoscere a menadito le funzioni della propria auto.
Se manca consapevolezza dei propri mezzi, possono subentrare pregiudizi come sostitutivi (su di sé o su gli altri): per esempio, nella ricerca di lavoro, si potrebbero tradurre in pensieri del tipo: "tanto ho già fatto tutto e non c'è niente per me".
Um esempio di potenzialità in atto?
La storia di Giuseppe.
"C'era una volta Giuseppe di Cantalupo Ligure, che è un paese sui monti in Piemonte anche se si chiama Ligure. Il signor Giuseppe andava su per i monti con il suo apetto e appena vedeva una bella collina o un bel dirupo tutto arido si fermava e, senza scendere dall'apetto, prendeva la cerbottana e ne ste valli ci sputava i semi di ginestra, poi tornava a casa dalla su sorella. Ripassava dopo un po' e se non era piovuto ci sparava l'acqua co' una bottiglia grande, quelle da du litri di plastica, sempre senza scendere dal suo apetto. E così, primavera dopo primavera, tutte le valli, le colline e i dirupi di Cantalupo Ligure si son riempite di ginestre gialle e profumate, fiori gialli ovunque, un gregge di ginestre, e Giuseppe ha creato un bellissimo giardino senza mai scendere dal suo apetto, no, non era pigro, era paralizzato alle gambe, Giuseppe.
Fiori gialli ovunque". (Elena Guerrini, in "Orti insorti", Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, Viterbo 2009, p.27.)
Ecco, Giuseppe, mi pare un buon esempio di Lungimiranza, Perseveranza, Amore, Creatività, Capacità di apprezzare la bellezza, Speranza.
Potenzialità straordinarie che nelle grandi difficoltà, apparentemente insormontabili, possono sorprenderci, trasformando quelli che sono vincoli in risorse. Ognuna di queste potenzialità sarà importante analizzarla, vederne le possibili traduzioni nell'ambito del mondo della ricerca di lavoro.
Ecco. La mia proposta sarà, quindi, (vengo al dunque) quella di analizzare una per una le potenzialità e vedere come usarle.
Prima di chiudere, qualche domanda che mi sono posto ultimamente:
-quanta audacia ci vuole per prendere in mano il telefono e chiamare un'azienda?
-quanta lungimiranza e capacità di apprezzare la bellezza occorrono per progettare una ricerca o sviluppre un'attività?
-quanta leadership, gentilezza e intelligenza sociale serve per creare una rete di persone, che possa far passaparola della mia ricerca?
- quanta umiltà per portare avanti le attività?
-quanta speranza, humor, prudenza, autoregolazione, vitalità ci vogliono per non soccombere davanti a paradigmi culturali che pongono il mondo del lavoro come un luogo già prestabilito?
Proveremo a pensare, per ogni potenzialita, ad una loro declinazione e possibile piano di azione nelle nostre attività, senza dimenticare la dimensione della vocazioni professionali, altro elemento spesso trascurato nel mondo della scuola e del lavoro.
A presto :-)
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