R.W. Emerson
C'era una volta un animaletto con una vocina nella testa che gli diceva: "stai dentro la tana, non uscire, è pericoloso", e ancora "aspetta tempi migliori, non c'è nulla di buono là fuori", "non è alla tua portata, dormici su", "là fuori è brutto e freddo, c'è la neve e non c'è cibo".
Forse qualcosa era stata vera, ma in passato e, sempre forse, le cose erano cambiate, perché l'inverno era finito, la primavera sbocciata e molti animaletti come lui erano in giro a giocare e cercare di che mangiare. Intanto però, l'animaletto rintanato nella sua tana non lo sapeva, continua ad ascoltare la vocina e, zitto zitto, aspettava, aspettava, aspettava...
Aspettò così tanto che, quando uscì nuovamente, era tornato l'inverno cosi credette veramente che per tutto quel tempo era stato freddo. Ritornò la dentro e ci stette per un altro anno...(no, non ci stette per sempre perché, fortunatamente, qualcuno lo fece ragionare finché si decise ad uscire. Ma questa è un'altra storia).
I pregiudizi.
Forse servono, si!, servono a velocizzare le scelte (probabilmente, quando eravamo nelle caverne ci servivano anche di più, dovendo schivare animali pericolosi nascosti dietro i cespugli), ma non è detto oggi siano sempre utili, anzi.
Se non devo perdere tempo a pensare ad una cosa, applico un pre-giudizio, così economizzo tempo ed energie. A volte, però, così si semplifica troppo e si sovrappongono le cose.
Se il ragionamento va bene per A non è detto che vada bene per B. Se sento A in bocca a qualcuno, non è detto che quella A corrisponda davvero ad una A ma che, invece, vista da vicino, sia una H.
Se c'è una cosa che mi ha colpito in questi anni, fatti di ricerche di lavoro per tante persone, è la diffusa accettazione di molti pregiudizi. Simili ad una spirale, un cane che si morde la coda: più si accettano e meno ci si attiva; meno ci si attiva e più diventano confermati.
Più vengono attribuite ad eventi esterne le cause della propria disoccupazione, e meno ci si muove.
Alcuni esempi di pregiudizi che provocano immobilità? Sul mercato del lavoro, sulla cecità in chi offre un impiego, sui canali per candidarsi, sulle raccomandazioni che governano da sole tutto il mondo del lavoro.
Abbiamo recenti esempi di pregiudizi che ostruiscono la proattivazione, dal tema "tirocini" (che per molti sono uno strumento da evitare come la peste), i voucher, il job act, passando dal tema "c'é la crisi" per arrivare al famigerato "non ne sarò mai capace" che governa molte delle nostre scelte, senza sapere realmente se, messi alla prova, riusciremo o meno.
Ma chi deve cercare, non deve accontentarsi di avere solo informazioni dagli urlatori del web o dalla tv. Deve informarsi, è un suo dovere! Se non ci si riesce da soli, si chieda aiuto facendosi supportare da chi è competente (un altro compito arduo sarà trovare chi è competente davvero, ma questo è un altro discorso, e lo affronteremo più avanti).
Si prendano dei libri sull'argomento, si vada nei centri preposti per avere informazioni preliminari, poi si chieda alla rete di conoscenze, e così via.
Si prendano dei libri sull'argomento, si vada nei centri preposti per avere informazioni preliminari, poi si chieda alla rete di conoscenze, e così via.
Per vincere i pregiudizi, dunque, occorre avere Apertura Mentale, definita come: "il potere che permette di cambiare idee e opinioni consolidate in modo flessibile e rigoroso, al fine di prendere decisioni che concretizzano la propria autorealizazione" (Stanchieri 2008). E' una potenzialità, inserita nel gruppo della virtù della Saggezza (assieme alle già citate curiosità, lungimiranza, creatività e all'amore per l'apprendimento, che argomenteremo nel prossimo post).
Avere questa potenzialità, vuol dire ricercare la verità, argomentazioni, di essere in movimento, valutando nuove ipotesi. Mettere al centro i processi, non solo le opinioni o gli stereotipi, in modo da crescere con il dispiegarsi del percorso stesso. Cambiando se necessario. Essere se stessi, certamente, dove però cambiare vuol dire sapere crescere evolvendosi.
A questo punto, aggiungo un elemento importantissimo per il coaching: l'apertura mentale è possible allenarla.
Come? Alcuni esempi.
Intanto, potrebbe essere utile fare un breve elenco di credenze passate, cui siamo andati dietro per un po', e che poi abbiamo capito quanto non fossero reali o, almeno, datate. Riconoscerle, averne memoria, può essere un buon punto di partenza.
Può poi essere molto utile andare a vedere rappresentazioni teatrali, ascoltare musica, recarsi ad eventi culturali, leggere. Poi esaminarli criticamente dal nostro punto di vista. (tenere un diario annotando questo tipo di esperienze può essere davvero utile).
Spesso ciò che ci spinge a guardare fuori, da noi stessi, può arricchirci, allagando i nostri orizzonti: naturalmente senza forzarci e seguendo le nostre inclinazioni.
Per quanto riguarda il nostro modo di sviluppare opportunità lavorative, agendo sulla nostra apertura mentale, basterà trovare un piccolo gruppo di persone conoscenti che lavora (circa 7-10) e chiedere loro:
-"come hai trovato il tuo lavoro?" (se è un libero professionista "come hai deciso di aprire un'attività");
- "come ti sei proposto?" (se è un libero professionista "come ti proponi?, come sanno di te?");
- "Per fare questo lavoro oggi, quali cose hai dovuto imparare/studiare?".
Siete pronti ad essere spiazzati? Oppure, siete pronti a sentire cose che immaginavate già ma che poi, nella realtà, stranamente non mettevate in pratica'
Ora, per completare con qualche piccolo spunto sull'apertura mentale nella ricerca di opportunità direi anche:
-Fai l'avvocato del diavolo della tua ricerca e cerca cosa non è andato finora (concentrati solo su ciò che dipende esclusivamente da te);
-Chiedi a qualche tuo amico che lavora cosa, secondo lui, cosa potresti fare ancora;
Occorre cercare chiarezza e imparare a trovare le risposte, senza farsi bastare i pregiudizi. Vuoi chiarezza su cosa sono realmente i tirocini o perché i voucher forse non erano così un male assoluto?A come si evolve il mercato? Impara! Studia! Chiedi! Non accontentarti delle frasi fatte, superficiali, degli slogan. Oggi l'apertura mentale è una cosa seria. Un lavoro da coltivare, una fatica. È necessaria per poter crescere, migliorare.
Avere questa potenzialità, vuol dire ricercare la verità, argomentazioni, di essere in movimento, valutando nuove ipotesi. Mettere al centro i processi, non solo le opinioni o gli stereotipi, in modo da crescere con il dispiegarsi del percorso stesso. Cambiando se necessario. Essere se stessi, certamente, dove però cambiare vuol dire sapere crescere evolvendosi.
A questo punto, aggiungo un elemento importantissimo per il coaching: l'apertura mentale è possible allenarla.
Come? Alcuni esempi.
Intanto, potrebbe essere utile fare un breve elenco di credenze passate, cui siamo andati dietro per un po', e che poi abbiamo capito quanto non fossero reali o, almeno, datate. Riconoscerle, averne memoria, può essere un buon punto di partenza.
Può poi essere molto utile andare a vedere rappresentazioni teatrali, ascoltare musica, recarsi ad eventi culturali, leggere. Poi esaminarli criticamente dal nostro punto di vista. (tenere un diario annotando questo tipo di esperienze può essere davvero utile).
Spesso ciò che ci spinge a guardare fuori, da noi stessi, può arricchirci, allagando i nostri orizzonti: naturalmente senza forzarci e seguendo le nostre inclinazioni.
Per quanto riguarda il nostro modo di sviluppare opportunità lavorative, agendo sulla nostra apertura mentale, basterà trovare un piccolo gruppo di persone conoscenti che lavora (circa 7-10) e chiedere loro:
-"come hai trovato il tuo lavoro?" (se è un libero professionista "come hai deciso di aprire un'attività");
- "come ti sei proposto?" (se è un libero professionista "come ti proponi?, come sanno di te?");
- "Per fare questo lavoro oggi, quali cose hai dovuto imparare/studiare?".
Siete pronti ad essere spiazzati? Oppure, siete pronti a sentire cose che immaginavate già ma che poi, nella realtà, stranamente non mettevate in pratica'
Ora, per completare con qualche piccolo spunto sull'apertura mentale nella ricerca di opportunità direi anche:
-Fai l'avvocato del diavolo della tua ricerca e cerca cosa non è andato finora (concentrati solo su ciò che dipende esclusivamente da te);
-Chiedi a qualche tuo amico che lavora cosa, secondo lui, cosa potresti fare ancora;
Occorre cercare chiarezza e imparare a trovare le risposte, senza farsi bastare i pregiudizi. Vuoi chiarezza su cosa sono realmente i tirocini o perché i voucher forse non erano così un male assoluto?A come si evolve il mercato? Impara! Studia! Chiedi! Non accontentarti delle frasi fatte, superficiali, degli slogan. Oggi l'apertura mentale è una cosa seria. Un lavoro da coltivare, una fatica. È necessaria per poter crescere, migliorare.
Apertura -strada in salita, dove occorre faticare, ma che potrebbe far conoscere strade nuove- o
Pregiudizi -strada in discesa dove però si sa già dove è diretta-?
Chiusura o apertura?....mah....
Chiusura o apertura?....mah....
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