domenica 6 gennaio 2013

AH!!!...ORA HO CAPITO! (SAPER ASCOLTARE)

  SAPER ASCOLTARE

Per essere buoni comunicatori -in questo caso, buoni ricercatori di lavoro- occorre imparare ad ascoltare attentamente. Sarà quindi molto utile saper analizzare in che modo ci sintonizziamo con le altre persone (e aziende): capendo chi si abbiamo di fronte e cosa sta cercando di comunicarci.

Se mi sento ascoltato e capito, instauro con il mio interlocutore vicinanza e complicità. Ascoltare, per quello che intendo, non vuol solo intendere il “
sentire” -cioè ascoltare in modo superficiale- ma “comprendere” -e con questo termine qui intendo "il saper afferrare profondamente, e con forza cosa, ciò mi viene detto da chi ho di fronte"-. Si tratterà, quindi, non solo di ascoltare con le orecchie, ma di saper ascoltare con lo sguardo, ascoltare con pazienza, ascoltare con umiltà...ascoltare...ascoltare...ascoltare.
Tornando alle nostre ricerche di lavoro credo che questo tipo di ascolto sarà la vera benzina delle nostre attività di ricerca. Se ascolterò bene, prima di avanzare le mie proposte, avrò maggiori chance perchè sarò in grado di cogliere l’attimo giusto e le modalità più efficaci della situazione, in quanto -spesso- saranno suggerite direttamente dal mio potenziale interlocutore dato che capita sovente che l'azienda, tra le righe, nel porre domande suggerisca anche delle possibili soluzioni.

Dall’ascolto provo a “distillare” quattro aspetti importanti: il feeling; la capacità di calibrare; la capacità di saper ricalcare; l’ascolto attivo (che, ovviamente, non è semplicemente "ascoltare").
n.b. Il mio intento non è di rivoltare come un calzino lo stile comunicativo di chi sta leggendo -anzi, è possibile ignorare questi spunti ed andare ad utilizzare solo gli aspetti più “pratici” del blog, ci mancherebbe-, credo però che occorra rendersi conto del fatto che, implicitamente, il fare un 'efficace ricerca di lavoro sia un'azione di "lettura" della realtà circostante, proattivandosi di conseguenza, imparando quindi a comunicare al meglio se stessi.

1)
Il "Feeling" è la capacità di comprensione del mondo altrui, di condivisione ed accettazione della percezione dell’altro e della sua realtà. Occorre una certa abilità a “creare” una nuova realtà comune, che sia un'integrazione delle differenti realtà “individuali”. Feeling è sentire l'altro per quello che è e, allo stesso modo, farsi percepire per quello si è.

2)
Calibrare” è la capacità di porsi con l’altro, aggiustando i propri comportamenti, riuscendo ad entrare in relazione. E' comunicare stando attenti a chi abbiamo di fronte.
Due esempi.
Quando parliamo con un anziano, che magari non sente bene, cosa facciamo? Spesso si parla ad alta voce, vero? Scandendo le parole, magari utilizzando il dialetto, usando qualche espressione che possa farci intendere.
E se volessimo farci capire da un bambino di cinque anni? Non viene spontaneo fare una vocina più simile a quella che lui utilizza con noi per comunicare? Magari, usando anche parole che, in realtà, non esistono nel linguaggio comune. Ecco, dovremo fare altrettanto quando faremo ricerca di lavoro. Non dovremo fare la vocina, ovviamente, ma far si che il nostro linguaggio sia il più vicino a quello dell’azienda o della persona che dovremo “conquistare. Si dovrà, quindi, calibrare il modo di comunicare per far si che il nostro messaggio sia compreso -al meglio- .

3) “
Ricalcare” significa andare incontro al nostro interlocutore, entrando in relazione per stabilire affinità a livello inconscio, verbale e non verbale. Non si tratterà di imitare l'altro ma di “aderire al suo stile comunicativo” adattando i parametri comportamentali -postura, linguaggio, timbro di voce ecc-. Senza volerlo infatti, spesso, facciamo piccoli movimenti presi a prestito da chi abbiamo davanti: modifichiamo le nostre pause nel parlare, cambiamo accento, gesticoliamo... e così via.
Il tutto per facilitare la comprensione di ciò che siamo e diciamo.

4) “
Ascoltare attivamente”. Consiste nel saper leggere tra le righe della comunicazione, ciò avviene grazie ad un'ascolto attento e curioso: capendo, così, anche le emozioni che stanno all’interno dei significati prodotti.
Stando bene in sintonia con quanto ci viene raccontato possiamo capire quali sono i messaggi, a più livelli, di chi abbiamo davanti.

Veniamo ad un esercizio di "ascolto" nella ricerca di lavoro.
Prova a leggere bene l'inserzione di un'azienda e osserva ("ascolta"):
  • il linguaggio che utilizza;
  • come viene pubblicato l'annuncio;
  • le tempistiche dell'assunzione proposta;
  • individua se le richieste parlano di aspetti richiesti "preferibili" o "necessari" o "essenziali", a seconda capiremo se possiamo candidarci).
Prova ad approfondire la conoscenza di questo il più possibile, cioè, prova ad “ascoltare l'inserzione”!
Fai lo stesso con chi ti troverai di fronte ad un colloquio di lavoro.
Prova a non pensare solo quello che dovrai dire; vedrai che ti si chiariranno molte cose senza neppure avere bisogno di chiedere. Se si impara ad ascoltare quello che ci viene richiesto (modalità , richieste implicite, ecc.) molte cose si semplificheranno -e di molto-.

Detto questo.
Quando rispondi ad un inserzione, particolarmente interessante, prova a osservare ed a osservarti, per vedere:

1) Se hai capito bene la cultura aziendale, il tipo di bisogni che ha l'azienda, cosa potrebbe aspettarsi da te.

2) Se stai proponendoti in modo chiaro (parlando il linguaggio del posto).

3) Se utilizzi una modalità di approccio che è in linea con quella dell'azienda (per esempio: si muovono su internet? cercano solo con il passaparola? mettono solo inserzioni sui giornali?).

Se farai questo, avrai iniziato a fare un buon ascolto e, allo stesso modo, mosso i passi verso la creazione di feeling, ricalco e calibrazione tra te e i tuoi interlocutori.
A presto!

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